Vocabolario del Legno

Vocaboli e terminologie usate nel mondo del legno

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Termine Definizione
sciavero
Considerando l'insieme delle tavole ottenute segando un tronco secondo direzioni tutte parallele, le due tavole estreme vengono dette sciaveri.
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scindula
v. scandola.
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sclerenchima
Tessuto vegetale avente funzione di sostegno e costituito da cellule che hanno subito un progressivo inspessimento o per lignificazione o per mineralizzazione delle membrane inizialmente cellulosiche.
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scolite
v. scolitini.
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scolìtidi
Sottofamiglia degli Ipidi comprendente insetti con il capo infossato nel corsaletto e più stretto di questo, ed aventi il primo articolo del tarso più corto di quelli che seguono presi insieme. Le numerose specie di S. vengono generalmente riunite in tre gruppi sistematici: capo inclinato con la parte anteriore corta e larga, generalmente visibile dall'alto; terzo articolo del tarso cordiforme o bilobo a) elitre appena inclinate all'apice; addome troncato, sollevato verso l'apice a cominciare dal secondo segmento; tibie intere sul loro margine e provviste di un un cinetto terminale: Scolitini b) elitre inclinate verso l'apice addome orizzontale; tibie dentate esternamente: Ilesini capo sferico, nascosto sotto il margine anteriore del corsaletto che è rugoso anteriormente e spesso punteggiato o liscio verso la base; terzo articolo del tarso semplice: Tomicini
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scolitini
Gruppo sistematico di Scolitidi comprendente insetti che vivono per lo più a spese di latifoglie introducendosi sotto la corteccia e praticando gallerie semplici verticali e profondamente scavate nel libro. Hanno generazione annuale o biennale. Le specie più dannose sono: Eccoptogaster rugulosus Ratz (piccolo scolite dei fruttiferi), Eccoptogaster pruni Ratz, Scolytus multistriatus Marsh (piccolo scolito dell'olmo), Scolytus Ratzeburgi Janson, Scolytus amygdali Guerr.
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scopa
Denominazione del parlare corrente per indicare i densi cespugli di rami sottili delle specie: Erica, Calluna, Tamarix.
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scopazzo o tumore dell'abete
Deformazione sui fusti e rami dell'abete bianco provocata da Melampsorella caryophyllacearum (D.C.) Schroet., Melampsoracea eteroica a ciclo completo con le forme O-I su Abies e II-III su Cariofillacee erbacee. Le basidiospore infettano, a primavera, i giovani getti dell'abete e durante l'estate, nei punti colpiti, il rametto si rigonfia. Nella primavera successiva, in corrispondenza dell'ingrossamento, si ha un fenomeno di blastomania con sviluppo di numerosi getti sopranumerari che formano uno scopazzo. I rami infetti hanno sviluppo modesto e gli aghi che si originano su di essi e sullo scopazzo sono più piccoli e clorotici in modo che tale formazione spicca sulla vegetazione normale verde cupo. Oltre gli scopazzi si può avere la formazione, sui rami, di ingrossamenti anche assai vistosi che poi si screpolano più o meno profondamente. Verso la fine della primavera sugli aghi dei rametti infetti compaiono i picnidi a forma di pustolette arancione. Durante l'estate, sulla pagina inferiore si formano gli ecidi da cui fuoriescono gli ecidioconidi in polvere arancione i quali vanno ad infettare le Cariofillacee che fungono da ospiti intermedi. Sulle foglie di queste compaiono ben presto gli uredoconidi, che diffondono l'infezione, e più tardi i teleutoconidi i quali germineranno nella primavera successiva. Il micelio è perennante sia sull'abete che sulle Cariofillacee. Si può limitare la diffusione della malattia asportando gli scopazzi ed i tumori; se l'infezione colpisce piante giovani bisogna distruggerle.
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scorrevole
Una sorta di piastrina di nylon montata sotto un cassetto al fine di facilitarne lo scorrimento.
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scortecciatoio o scorzatoio
Ferro per praticare la scortecciatura. I tipi più comunemente adoperati in bosco per scortecciare i tronchi abbattuti sono costituiti da una lama a forma di spatola con bordo tagliente obliquo o incavato a mezzaluna, non superante i 15 cm di larghezza, innestata su un manico di 1,50 / 2 m che consente al boscaiolo di lavorare stando in piedi. Per la scortecciatura dei tronchetti o tondelli da cellulosa sono invece adoperati degli s. costituiti da un coltello con manico alle due estremità che viene adoperato a due mani dall'operaio dopo che il tronchetto è stato preventivamente posto su di un cavalletto che consente una comoda posizione di lavoro.
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scortecciatrice o scorzatrice
Macchina destinata a liberare i pezzi di tronchi arborei dalla corteccia. Sono macchine di recente introduzione di cui vi sono diversissimi tipi tra i quali uno dei più noti è la Cambio: il tronco viene fatto avanzare e girare da tre rulli dotati di risalti: l'eliminazione della corteccia avviene ad opera di 5 utensili montati su molle. Per tronchetti da cellulosa sono diffusi nelle cartiere i grandi cilindri rotanti ad asse inclinato nei quali una massa di tronchetti è in continuo rotolamento in presenza d'acqua: l'attrito tra i pezzi provoca frantumazione della corteccia che si elimina per gli interstizi tra i profilati metallici che compongono le pareti dei cilindri o tamburi Waplan.
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scortecciatura o scorzatura
Operazione con la quale si asporta la corteccia di un fusto legnoso. Sugli alberi in piedi la s. intesa nel suo significato letterale di soppressione dell'intero spessore di corteccia permettere allo scoperto il legno, costituisce sempre un danno, più o meno grave a seconda dell'entità della zona privata del cambio. Ivi infatti si arresta la formazione di nuovo legno mentre più facilmente si possono avere attacchi di funghi o di insetti non più ostacolati nella loro deleteria azione dalla corteccia. Viceversa una s. superficiale nel senso di privare l'albero soltanto della parte esterna della corteccia, e cioè delle scaglie del ritidoma, può essere utile perchè molti parassiti vegetali svolgono parte del loro ciclo biologico proprio nelle anfrattuosità della corteccia e sotto i muschi che la coprono.
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scorza
v. corteccia.
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scorzatoio
v. scortecciatoio.
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scorzatrice
v. scortecciatrice.
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scorzatura
v. scortecciatura.
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scosciatura
Spacco in direzione longitudinale che si verifica in un fusto legnoso per varie circostanze come ad esempio quando si effettua uno sforzo tendente a separare le due branche di una grossa biforcazione, oppure per sollecitazioni di flessione derivanti dal vento o da abbattimento irrazionale.
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scribner decimal (log scale)
v. log.
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scure
v. accetta.
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scuretta
v. tavola.
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second growth
v. first growth.
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seconda (tavolame di) o seconda scelta
Tavolame con requisiti discreti, ma non del tutto immune di tare e difetti: i requisiti specifici variano a seconda della piazza di mercato e sono descritti nelle « Norme e consuetudini per il commercio dei legnami » emanate dalle Camere di Commercio di ogni provincia ove si produce o si commercia in quantità legname da lavoro. In qualche località si distingue anche una seconda andante.
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sega
Attrezzo per la divisione del legno in qualsiasi direzione.Il tipo tradizionale è costituito da una lamina d'acciaio o lama sul cui bordo sono ricavati dei denti atti,con la loro traslazione, a recidere e a strappare le fibre nonchè a far uscire dall'incisione i minuti frammenti che se ne originano, cioè la segatura. Affinchè la s. penetri nel legno questo deve avere un moto relativo di avanzamento, detto di alimentazione, verso l'azione della lama; inoltre, perchè tale moto relativo possa avvenire senza sfregamento che indurrebbe un attrito tale da impedire praticamente il lavoro, occorre che tra un dente e l'altro si abbia spazio sufficiente per contenere la segatura che va allontanata e che la strada aperta dai denti sia più ampia dello spessore della lama.
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sega a catena
Sega che si discosta dal tipo tradizionale perchè i denti non giacciono su di una lama continua ma sono portati da singoli elementi di una catena Galle. Questa è tesa da una sagoma e posta in rapida traslazione da un sopporto ruotante, comandato da un motore (a benzina, a elettricità o ad aria compressa): se ne hanno molti tipi: a due operaio ad uno solo. Le s. a c., dopo un primo periodo in cui hanno dato prove scadenti, si stanno diffondendo rapidamente e servono ottimamente sia per lavori vari di cantiere (depezzatura, regolarizzazione di sezioni, ecc.) che in foresta per abbattimento e sramatura.
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sega veneziana
Tipo di sega ad una sola lama rettilinea dotata di moto alternativo per mezzo di un telaio in legno comandato da un sistema biella manovella, azionatoa sua volta da un salto d'acqua. È di antico impiego nella zona orientale delle Alpi Italiane ed ha costituito per secoli la macchina principale di ogni segheria. Oggigiorno ha perduto la sua importanza di fronte alle macchine moderne assai più rapide o che, per essere multilame, possono ridurre in tavole tutto un tronco con una corsa sola: tuttavia per la loro economicità e per la facilità di installazione le s. v. si trovano ancora in parecchie vallate: la forza motrice dell'acqua è talora sostituita da un motore elettrico.
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segaccio
Utensile da falegname costituito da una breve lama dentata con manico di estremità: essa funziona in pratica come una sega alternativa e se la dentatura è atta a tagliare nei due sensi deve essere sufficentemente robusta al fine di evitare l'incurvatura della lama durante lo sbraccio di allontanamento. Un s. con lama particolarmente forte e robusta è altresì denominato saracco.
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segagione
Il taglio di un pezzo o di un tronco mediante seghe a mano o a motore.
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segantino
Operaio addetto alla segagione del legname.
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segati
Termine impiegato nel commercio del legname per indicare l'insieme di tutti gli assortimenti legnosi che si ottengono con la segagione per il lungo di un fusto d' albero; essi comprendono quindi: tavole, travi (segate) smezzole, travetti, morali, mezzomorali, perline, listoni.
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segatura
Sottoprodotto della segagione del legno, costituito da frammenti di minima dimensione (sotto i 2 mm): all'insieme dei frammenti di ancor minore dimensione, addirittura polverulenti, prodotti dalla lisciatura del legno con abrasivi si riserva più propriamente il nome di farina di legno o polvere di legno. La s. grezza, come esce dalla segheria contiene notevole quantità d'acqua: dal 30 al 50 % se proviene da tronchi freschi; dal 10 al 20 % se proviene da seconda lavorazione di tavolame stagionato La segatura brucia bene soltanto se è compressa, giacchè gli strati d'aria interposti trai suoi elementi impediscono la facile propagazione del calore; è questo stesso motivo che rende la segatura utile come materiale isolante, non solo dal calore, ma anche dai suoni.
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