Vocabolario del Legno

Vocaboli e terminologie usate nel mondo del legno

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Termine Definizione
tomicini
Gruppo sistematico di Scolitidi comprendente insettiche scavano gallerie in piante soprattutto forestali. Si dividono in: corticicoli, se vivono nella corteccia tracciando i cunicoli nella zona del cambio e producendo danni di natura fisiologica; lignicoli, se vivono nell'interno del legno arrecando danni di indole tecnologica. Le specie più dannose e comuni sono:Ips sexdentatus Borner, Ips typographus L., Crvphalus piceae Ratz, Ips curvidens Germ, Tomicus chalcographus L., Ips typographus, Tomicus lineatus Olivier, Xyleborus dispar F. Xyleborus monographus Fabr.
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ton
Unità di peso usata nei paesi di lingua inglese, che corrisponde a 2240 lb, ossia a 1,016050 tonnellate metriche. Talvolta si usa per questa unità di misura il termine long ton per distinguerla dalla short ton che corrisponde a 2000 lb, e cioè a 0,907 180 tonnellate metriche (1 short ton = 20/22,4 long ton)
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tondame
Insieme di tronchi tondi, abbattuti, ma non ancora sottoposti a lavorazione alcuna: t. da sega quello atto a fornire con la segagione travatura o tavolame.
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tondello
Pezzo di legno derivante da rami, da cimali o da tronchi di modesto diametro, e che può essere usato tal quale, senza spacco, sia per combustibile che per cellulosa o carta.
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tondòne
Pezzo di tronco d'albero allestito in bosco e pronto per l'esbosco ed il trasporto: con diametro a metà da 16 cm in avanti, e lunghezza da 5 a 12 m per i t. da costruzione con diametro a metà da 20 cm in avanti, e lunghezza da 4 a 12 m per i t. da sega.
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tongue and groove (abbr. t. & g.)
Dicitura inglese indicante tavolame lavorato per incastro a linguetta.
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toppo mobile
Base che può scorrere sulle guide del tornio dalla parte opposta rispetto alla testa motrice, sulla quale si monta la contropunta.
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toppo o rocchio
Termini del commercio del legname per indicare un pezzo di tronco d'albero allestito in bosco nella lunghezza voluta e pronto per l'esbosco ed il trasporto alla sua destinazione definitiva (p. es. toppo da sega).
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tornio o tornitrice (macchina)
Macchina destinata a ottenere da un pezzo greggio un solido di rivoluzione, tale cioè da poter idealmente essere generato dal moto di una sagoma attorno ad un asse.In questa macchina il moto di rotazione è impartito al pezzo da lavorare mentre l'utensile è fermo e si sposta soltanto della quantità richiesta per passare dal contorno esterno del pezzo grezzo alla sagoma prestabilita.Il t. da legno nel suo tipo più semplice consta di un bancale, per lo più di ghisa,con gambe per dare l'altezza conveniente di lavoro e un piano costituito da due traverse parallele determinanti una scanalatura passante, sulla quale sono registrati il mandrino e la contropunta di cui si dice appresso; una testa motrice, formata a sua volta da un supporto a forcella sostenente l'albero che per mezzo di una puleggia a gradini ed un comando a cinghia con motore esterno può essere messo in rotazione con diverse velocità: all'estremo dell'albero vi è il cosiddetto mandrino che serve a fissare il pezzo con opportuna presa, e a trasmettergli il moto; una contropunta, costituita da un supporto scorrevole nella scanalatura del bancale e da un asse che in esatto proseguimento dell'asse del mandrino serve alla spinta del pezzo contro detto mandrino e determina l'asse di rotazione; un supporto portautensile a ventaglio in posizione intermedia tra il mandrino e la contropunta, che può essere variata a piacere.
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tòrtrice
Denominazione con la quale vengono comunemente indicate numerose farfalle appartenenti alla famiglia Tortricidi. Fra le più dannose alle piante agrarie e forestali sono: t. dei getti di pino (Evetria buoliana Schiff.). Quando le invasioni sono gravi le peccete assumono l'aspetto di boschi percorsi da un incendio; in genere però l'insetto è dannoso soprattutto indirettamente in quanto, facendo deperire le piante, crea un ambiente favorevole agli attacchi degli Scolitidi.
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tortrìcidi
Famiglia di Lepidotteri Eteroneuri comprendente farfalle di piccole dimensioni con ali anteriori trapezoidali e a colori variegati. La denominazione è dovuta al fatto che, spesso, le larve, aiutandosi con fili sericei da esse secreti, arrotolano le foglie in cilindri nei quali si nascondono.
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toupie
Francesismo per fresa o sagomatrice.
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tovo
v. canalone di esbosco.
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trabocco (angolo di)
Inclinazione che si conferisce ad una lama di sega alternativa rispetto alla direzione del moto affinchè ogni dente possa avere una traiettoria distinta da quella degli altri, cioè possa effettivamente asportare una certa striscia di legno.
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traccia a misura
Traccia eseguita con il graffietto o con altro attrezzo in grado di riportare sul legno il valore esatto di una misura.
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traccia a squadro
Una linea tracciata a partire da un segno, poggiando lo zoccolo di una squadra su una costa di riferimento.
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tracciatura
L'esecuzione delle linee e dei segni necessari alle operazioni di taglio.
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trachee e tracheidi
v. vasi.
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tragacante (gomma)
v. gomma adragante.
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tramarratura o taglio di succisione
Termine forestale per indicare il taglio che si esegue nei cedui deteriorati dal pascolo o dall'incendio, o con ceppaie molto vecchie, per stimolare la facoltà agamica: si esegue effettuando la ceduazione tra due terre, cioè ad un livello più basso del normale, sotto il colletto. Dà ottimi risultati con le specie quercine e col castagno.
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trancia da legno
Macchina per eseguire la tranciatura del legno, della quale si hanno due tipi: t. orizzontali e t. verticali. Le prime, che sono le più diffuse, constano essenzialmente di un basamento (detto piatto) sul quale viene fissato il blocco di legno che per mezzo di appositi comandi micrometrici può essere spostato verso l'alto. Su due guide connesse al basamento scorre, comandato da un sistema biella manovella, un robusto coltello il quale agisce quindi in un piano orizzontale tagliando ad ogni corsa attiva un foglio dal blocco: durante la corsa di ritorno il blocco viene spostato in alto di uno spessore corrispondente a quello del tranciato richiesto. Nelle t. verticali invece il coltello è orientato in un piano verticale, e contro di esso viene spinto, sempre con un sistema biella-manovella, il blocco di legno che è fissato ad un telaio che si muove esso pure in un piano verticale: il movimento micrometrico di avanzamento è affidato al sostegno del coltello. Altro tipo di t. verticale è quella circolare nella quale più coltelli sono montati radialmente rispetto ad un grande volano verticale: il blocco di legno viene premuto contro il volano, cosicchè con la rotazione di questo ogni lama taglia un foglio. Le t. circolari servono essenzialmente per legni comuni e forniscono materiale da imballaggi mentre gli altri tipi son riservati per legni fini da impiallacciature.
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tranciato
Termine del commercio e della tecnologia del legno usato per indicare il sottile foglio di legno che si ottiene con la tranciatura; per lo più i t. sono di legni fini, radiche e legni figurati e servono per rivestimenti, decorazioni, impiallacciature ed intarsi. Lo spessore dei t. può essere anche di soli 2/10 di mm.
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tranciatura all'italiana
Tranciatura con la quale si cerca di ridurre al minimo la perdita di lavorazione, ma senza preoccuparsi della direzione in cui vengono ottenuti i fogli. Il tronco viene dapprima segato per metà e, dopo l'eliminazlone di un modesto sciavero, tranciato parallelamente alla sezione diametrale.
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tranciatura alla francese
Tranciatura nella quale si cerca di avere una buona parte dei fogli non lontani dalla direzione radiale. Il tronco viene dapprima segato in quattro parti: ognuno di questi viene smussato negli angoli, dopo di che si procede alla tranciatura secondo un piano parallelo alla direzione del raggio midollare che in ogni quarto originario costituisce la mediana. Questa tranciatura è particolarmente adatta per legnami in cui la figura spicchi particolarmente sulle sezioni radiali.
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tranciatura del legno
Operazione con la quale si ricavano sottili fogli da un tronco d'albero, o anche da un blocco di legno irregolare, per mezzo di una lama animata da un movimento relativo rispetto al tronco o al blocco (nella maggior parte dei casi tale movimento è rettilineo e parallelo all'asse del tronco). La t. è raramente applicata ai legni comuni, ma è invece frequentemente applicata ai legni fini, alle radiche, ai legni figurati,da cui si ricavano i tranciati od impiallacciature che servono per rivestimenti, decorazioni, piccoli oggetti fini, intarsi ecc.
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trapano
Macchina per praticare fori nel legno ove non sono sufficenti succhiello, trivella a mano e menarola. Consta di una incastellatura portante, un albero portapunta, che per mezzo di un motore viene dotato di un rapido movimento di rotazione; apposita slitta collegata ai supporti dell'albero consente lo spostamento assiale dell'utensile. La situazione dell'albero può essere verticale o orizzontale; una tavola serve di appoggio al pezzo da lavorare.
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trattamento boschivo (o forma di)

Applicazione dei metodi colturali ad un bosco di dato governo (v.). Per ognuna delle tre forme di governo (g. a ceduo, a ceduo composto, a fustaia) si possono avere diversi trattamenti. Per i cedui il trattamento può essere a ceppaia, a capitozza, a sgamollo, inoltre i cedui a ceppaia possono essere a raso o con riserva di matricine o ancora a sterzo. Per le fustaie il trattamento può essere:

  • a raso (taglio raso) quando pervenuto il bosco (coetaneo) a maturità se ne fa il taglio totale ín una volta sola. I t. a raso sia progressivi che a quinte si prestano bene per le specie eliofile (p. es. il larice, i pini e talora le querce) e con la coetaneità del soprassuolo favoriscono la formazione di fusti regolari e slanciati.
  • a tagli successivi. Il taglio e l'utilizzazione del soprassuolo non sono contemporanei su tutta la zona, ma avvengono in tempi successivi, e cioè in un primo taglio (t.di preparazione) si elimina parte del soprassuolo onde dare luce al terreno predisponendolo a ricevere il seme, con un secondo (t di sementazione o rinnovazione) seguìto da altri t. secondari, si alleggerisce il soprassuolo restante onde il seme giunto a terra possa germinaree la rinnovazione affermarsi; infine, con l'ultimo taglio (di sgombero) si portano via gli ultimi fusti lasciando la rinnovazione della tagliata completamente libera di crescere senza aduggiamento o altre difficoltà.
    Il trattamento a tagli successivi può essere distinto a seconda delle modalità di applicazione in :
    a) tagli successivi uniformi: se applicati su tutta la superficie del bosco.
    b) tagli suceessivi a gruppi. I vari tagli di cui si è dianzi parlato (t. di preparazione, di sementazione, secondari, di sgombero) non vengono estesi a tutta la superficie, ma vengono invece iniziati in aree (buche) ove la rinnovazione è già in atto, estendendoli via via sopra zone sempre maggiori sino a che i vari interventi vengono a coprire tutta la superficie.
    c) a tagli successivi a strisce. I vari interventi del trattamento a t. successivi vengono praticati di volta in volta sopra strisce marginali, con l'avvertenza di procedere sempre contro vento.
    taglio saltuario o a scelta. In questo trattamento, caratteristico dei boschi disetanei con soprassuolo in cui le varie età sono frammischiate sulla stessa zona, l'utilizzazione avviene per piedi isolati, destinando al taglio le piante che hanno raggiunto la maturità. L'eliminazione di un fusto maturo dà luce alla zona circostante ove quindi le piante di media o giovane età potranno crescere offrendosi una mutua protezione. Il trattamento a taglio saltuario presenta vari vantaggi tra i quali la completa e perpetua copertura del suolo, il miglioramento dello stesso, condizioni propizie per l'affermarsi della rinnovazione naturale senza costosi lavori di piantagione artificiale, riduzione notevole dei danni da vento e da neve, grande adattabilità alla mescolanza di varie specie. Si hanno però anche degli svantaggi, e precisamente la produzione di legname meno pregiato (perché più corto e più nodoso) di quello dato dai boschi coetanei, i forti danni che il taglio e l'esbosco delle piante mature possono occasionare alle piante giovani e al novellame, la difficile regolazione del pascolo che per la presenza della rinnovazione ovunque non sarebbe teoricamente mai praticabile, la difficoltà della gestione che richiede una particolare conoscenza dell'ambiente, la continua e attenta cura che il forestale deve apportare a tutti gli interventi richiesti dal trattamento che molto espressivamente è detto dai forestali francesi di giardinaggio (jardinage). Nel nostro Paese i boschi ove il trattamento a taglio saltuario ha dato e continua a dare ottimi risultati, se razionalmente applicato, sono le fustaie di abete rosso, abete bianco e faggio delle Alpi Orientali ed in particolare della Carnia e del Cadore ove esso viene praticato già da vari secoli.
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tratteggio
Una serie di linee diagonali, usate in genere per individuare e contrassegnare le parti da segare via.
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tratteggio incrociato
Tratteggio costituito da due serie di linee diagonali, disposte ad angolo retto fra di loro.
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trattore agricolo o trattrice
Macchina automotrice destinata a trainare e ad azionare attrezzi speciali per le lavorazioni agricole. Studiato soprattutto per la trazione dell'aratro, il t a. può essere impiegato anche per rimorchiare carri o altri veicoli oppure per il traino di macchine agricole, quali erpici, seminatrici, falciatrici, mietitrici,rastrelli, ecc., ed infine, se munito di una puleggia motrice ad asse orizzontale, per azionare macchine operatrici fìsse, come trebbiatrici, pompe, pressaforaggi, trivelle, ecc. Quando l'aratro, anzichè essere collegato al t. mediante ganci o catene, fa corpo con esso si parla più precisamente di motoaratrice. La potenza media normale dei t. destinati ad arature ordinarie in terreni di media consistenza si aggira intorno ai 25-35 cavalli al motorema oggigiorno vi è la tendenza, specialmente nelle zone di bonifica ove il t. deve realmente essere la macchina tutto fare, a salire al di sopra di tali valori.
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